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Jun 29, 2023

Vivere insieme con: proiezione e dibattito con Shelly Silver

Vivere insieme con: proiezione e dibattito con Shelly Silver

Shelly Silver, Noi (ancora), 1990.

L'ingresso parte da $ 5

Unisciti a noi alla e-flux Screening Room giovedì 2 febbraio alle 19:00 perVivere insieme con,una proiezione di quattro film diShelly Argentocon Cose che dimentico di dire a me stesso, Noi, Incontra le persone e un posto minuscolo difficile da toccare, seguito da una sessione di domande e risposte di persona con l'artista.

Shelly Silver è un'artista rinomata che realizza film da quasi trent'anni, lavorando all'intersezione tra documentario, finzione, videoarte e film sperimentale. I suoi lavori con immagini in movimento spesso esaminano diverse posizioni dei soggetti e tipi di narrazione, la natura contraddittoria dei ricordi e le tensioni tra reale e costruito, azioni individuali e responsabilità collettiva. Nella sua docu-fiction d'esordio Meet the People (1986), ambientata esattamente nell'era Reagan di "Morning in America", Silver esplora la vibrazione tra il modo in cui l'identità viene costruita o proiettata, soprattutto quando è coinvolta una telecamera, e la nostra idea di il vero e il falso. Molti dei suoi film successivi sono anche esami del luogo, dell'intimità e dei confini, ponendo l'accento sulla diversità e sulla complessità del tessuto (personale, sensuale, fisico, sociale) nel e con il quale viviamo. Nelle opere presentate in questa proiezione speciale, Silver sostiene l'ambiguità del reale decostruendo le rappresentazioni patriarcali prevalenti che perpetuano modi di vedere esistenti, oltre a esporre il carattere inevitabilmente politico della pratica del cinema stesso.

La proiezione fa parte diRivisitazione dell'immagine in movimento femminista, una serie alla e-flux Screening Room volta a rivisitare le origini, i contesti, gli sviluppi e l'impatto della video arte femminista e del cinema sperimentale in tutto il mondo dagli anni '60 ad oggi.

Film

Incontra le persone (1986, 16 minuti) Sfumando il confine tra documentario e finzione, verità e artificio, Meet the People presenta quattordici “personaggi” che affrontano la telecamera in primi piani con teste parlanti e parlano delle loro vite e dei loro sogni. L'intimità e l'onestà della loro narrazione frammentata e “autobiografica” è illusoria; i titoli di coda rivelano che queste persone sono attori professionisti, interpretano ruoli di fantasia, leggono una sceneggiatura. L'opera sottolinea la complicità da parte dello spettatore nel suo desiderio di credere e identificarsi con le tradizioni e i personaggi della TV. La stessa televisione che imita una forma perfetta di identità della “persona media” è anche in parte responsabile della creazione di questa identità; ricerca, utilizza e produce le speranze e i sogni di questa “persona media”. E allora la questione dell'esistenza di una persona “reale” diventa “reale” rispetto a cosa?

Cose che dimentico di dire a me stesso (1989, 2 minuti) “In Things I Forget To Tell Myself di Shelly Silver, un testo frammentato è intervallato da immagini raccolte da New York, in gran parte ritagliate dalla mano tesa dell'operatore della macchina da presa. Edifici, finestre, segnali, pedoni, poliziotti e porte costituiscono un continuum di accesso e ostruzione. I modelli, a volte alternati, a volte simultanei, di rivelazione e trattenuta, di riconoscimento e di inosservanza, vengono esaminati attentamente per rivelare le impronte dei processi psicologici e dei codici culturali, mettendo alla prova i confini tra vedere e leggere. (Michael Nash, curatore, The Long Beach Museum of Art)

Noi(1990, 4 minuti) Un'opera breve e graficamente dinamica che contrasta visioni contraddittorie di percezione e interpretazione, attraverso i presupposti della società rispetto al fallocentrismo e al feticismo.

un posto minuscolo difficile da toccare (un posto piccolo che è difficile da toccare) (2019, 38 minuti) In un appartamento senza volto a Tatekawa, Tokyo, una donna americana assume una donna giapponese per tradurre interviste sul calo del tasso di natalità in Giappone. La donna americana è presuntuosa nella sua conoscenza del Giappone; la donna giapponese soffre di un autoproclamato eccesso di distanza critica. Si irritano, combattono e si scontrano insieme nell'amore o nella lussuria, a quel punto la loro storia viene dirottata nel territorio della fantascienza, mentre il traduttore interrompe le loro sessioni di lavoro con storie di un mondo infetto dalla consapevolezza della propria fine. Questo quartiere ha già conosciuto la devastazione, essendo stato spazzato via la notte del 9 marzo 1945 dalle bombe americane. Il terzo protagonista è proprio il Tatekawa, il canale coperto da un'autostrada sopraelevata che passa davanti all'appartamento del traduttore, da cui prende il nome il quartiere. Riflettendo il mondo concreto in modelli distorti di blu, verde o nero scintillante, la Tatekawa trasporta una processione mutevole di uccelli, scarpe, preservativi, granchi, sacchetti di plastica, fiori, pesci grandi, pesci piccoli, morte, vita.

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